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lunedì 27 novembre 2006

Il malore di Berlusconi ? Meglio la sincerità di Al Qaeda ed Indymedia.

Ma si, diciamola tutta, la figura migliore l'hanno fatta i terroristi di Al Qaeda e quegli infami che scrivono su Indymedia le solite becerate contro i Nostri Caduti; almeno, esultando per il collasso del Premier temporaneamente non in carica (e sappiamo perchè) Silvio Berlusconi e sperando nella sua dipartita (tiè, vivrà centanni per farvi scoppiar di bile !), almeno hanno dimostrato coerenza e sincerità. Carogne erano, carogne sono e carogne saranno. Ma tutti questi prodi pretinetti sinistri che untuosamente e donabbondiamente inviano cordialità ed auguri al Nostro Premier, quando in realtà sarebbero pronti a stappare champagne nel caso di una sua scomparsa, mi fanno veramente schifo. Basti ricordare certi salotti romani dove si brindò qualche tempo addietro ai mali di Silvio, veri o presunti. Gente che lo odia e lo vorrebbe morto o in galera, e la rete è piena. Basta armarsi di un motore di ricerca e vedere quanti siti esistano pieni di insulti ed immondizia contro di Lui ed anche la Sua Famiglia. Ma non solo la rete, perchè il modo con cui l'opposizione ha sparso per anni veleno contro il Cavaliere fa trasparire un odio infinito da parte di chi, dopo Tangentopoli, credeva di poter trasformare l' Italia in una repubblica comunista a vita, ma che con l' irruzione di Berlusconi in Politica s'è visto cancellare questo orrendo sogno. Odio urlato nelle piazze e scritto sui muri, con l'avvallo e l'assenso di chi, poi, prende le distanze dai "compagni che sbagliano", esattamente come ai tempi del Partito Armato.

Tenetevi i vostri auguri, anzi, sanno un po' di menagramo, come ha sottolineato Calderoli. Noi che riteniamo Berlusconi l'ultima àncora per non precipitare nel baratro comunista che questa minoranza temporaneamente al potere (e sappiamo come...) vuol farci precipitare, noi che nutriamo sincero affetto verso il Presidente del Consiglio temporaneamente non in carica (e sappiamo come...), li rispediamo al mittente con vigore.

Ed il miglior augurio a Silvio Berlusconi è e sarà l'essere PRESENTE a Roma il 2 Dicembre insieme a centinaia di migliaia di Italiani pronti a gridare:

A CASA PRODI, VISCO, PADOA SCHIOPPA, LA TURCO, HEIDI GIULIANI,CARUSO, I TRANSGENDER E QUELLI DELLA DROGA LIBERA,QUELLI DELL'ODIO VERSO LA VITA, DEI PACS CONTRO LA FAMIGLIA,GLI EX-TERRORISTI CHE AMANO CAINO , QUELLI CHE VORREBBERO MOSCHEE IN OGNI PAESE E LA CROCE BRUCIATA, A CASA TUTTI I SEMINATORI DI ODIO ROSSO !

AUGURI, PRESIDENTE !

giovedì 23 novembre 2006

Fini: "Centro anch'io ? No,tu no!".

Brutta sportellata in faccia al neo-antifascista Gianfranco Fini da parte del presidente del Partito popolare europeo Wilfrid Martens. Di quelle che fanno male ai denti di chi sorride a tutta bocca,convinto che portare Alleanza Nazionale al centro sia l'ennesima risciacquata di Fiuggi,per cancellare un passato che alcuni militanti considerano eroico e meraviglioso, altri ingombrante e scomodo;altri ancora,addirittura vergognoso, ed ai quali proporrei un nome nuovo, Antifascismo Nazionale, tale è l' acredine ed il livore che leggiamo in certi interventi fatti in siti amici del mio aggregatore, Il Castello, da parte di esterni tocquevillani, alcuni addirittura ex-appartenenti al Castello. Giovani un po' inesperti che vorrebbero disquisire di Storia servendosi dei bigini, sostituendosi nei giudizi a Storici di fama nazionale e mondiale. Giovanitristi, li chiamerei, con un futuro grigio grigio (ma loro son contenti, basta che non sia Nero, e forse neanche Tricolore...),sognando una poltrocina a Roma o Strasburgo,piccola piccola, ma che gli dia sicurezza,convinti che tanto con Prodi che continua a far mortadellate, il prossimo Governo di Centrodestra durerà cent'anni. Già si vedono,con la loro cartelletta sfilare a Montecitorio,certi che non avere un passato possa dare un futuro.

Illusi,non capiscono che per estirpare la zizzania seminata dai sinistri in sessantanni non basta una legislatura, ma neanche due.O tre, quattro, ma almeno 3 generazioni,talmente l'odio rosso ha messo le radici in questa povera Italasia che ogni giorno si allontana dal Bel Paese che tanto amo e per il quale darei la vita;loro, non so.

Ci voleva, questa sportellata a chi proclama,spesso ignaro delle opinioni della base, spesso prevaricandole,che il Fascismo è il Male Assoluto, come se Sarkozy si esprimesse in egual modo sul Bonapartismo o de Villepin sui Luigi Capeto. Sportellata che a volte fa bene,anche se sono sempre più convinto che il bene per Alleanza Nazionale,e dunque per una Grande Destra Unita, non coincida più con il Sig. Gianfranco Fini; che forse, a questo punto, potrebbe chiedere l'adesione al Partito Socialista Europeo, con tanto di certificato antifascista. Facendo contenti così i Giovanitristi che mi rammentano tanto Martelli il phonato.

Fino alla prossima sportellata, che li lascerà a terra...

Ps:all'immagine del presidente Martens,ho preferito un altro tipo di Martens, Doc. Di ben altro spessore e sapore,per un Vecchio Ribelle come me..

mercoledì 22 novembre 2006

Pierre Gemayel: PRESENTE !

Onore e Gloria a Pierre Gemayel, ennesimo martire Cristiano di una terra martoriata da troppi anni, nell'oblio dell' Occidente servo della causa palestinese che in realtà ha compiuto in Libano crimini senza fine in compagnia della Siria nazionalcomunista . Già in passato scrissi dei massacri palestinesi del Chouff e di Damour,ai quali vi rimando:

http://www.forze-libanesi.com/HTML/11-i%20crimini%20palestinesi.html

Ma altrettanto gravi sono le responsabilità siriane:

http://www.forze-libanesi.com/HTML/10-i%20crimini%20siriani.html

Oggi un'altro crimine contro l'intera Comunità Cristiana Mondiale è stato compiuto,colpendo una Famiglia simbolo che già sangue aveva versato,con il Martirio di Bashir Gemayel, zio di Pierre.

Ma in Italia continuiamo ad assistere,oltre a ministri che credono al diritto dell' Iran ad avere il nucleare, a sfilate di prodi comunisti che inneggiano alla Palestina, ai terroristi musulmani che hanno dichiarato guerra all'intero Occidente;infami fiancheggiatori che plaudono agli assassini dei Nostri Soldati,pronti a festeggiare ad eventuali attacchi che saranno portati contro i Nostri Soldati in Libano. Per loro,oltre il mio disprezzo,spero che prima o poi il nuovo Governo che uscirà dalle imminenti elezioni italiane possa trovare il posto più degno:IL CARCERE !

domenica 19 novembre 2006

Falce e Martello,ma per alcuni tocquevillani sono nazisti.

Eddai che ci risiamo:Fascisti Rossi, nazisti, tiriamo in ballo pure Franco e Codreanu ed i liberal/radicali fanno bingo ! Non passa un'azione infame dei no-global, che io personalmente condannerei a morte per Alto Tradimento (ma purtroppo il Codice Militare ha cancellato questa sanzione),che la redazione di Tocqueville non metta in risalto un post che contribuisce a gettare confusione sulla già troppo confusa visione del quadro storico e politico di questi secoli. Così, per restare nel politicamente correttissimo,carogne comuniste e no-global con tanto di bandiere con falce e martello e Che Guevara di contorno vengono definiti "nazisti della manifestazione pro-palestina"; balle:comunisti figli di comunisti, e purtroppo, pur contando tra le loro fila un nutrito numero di pederasti e lesbiche, pronti a partorire nuovi prodi comunisti.

Non solo, l'autore dell' articolo scrive pure alla fine: "In definitiva non ci è piaciuta la manifestazione dei nazisti che vi hanno preso parte, ma non abbiamo alcun problema o remora ad apprezzare parzialmente la presa di distanza che i partiti di sinistra al governo hanno dimostrato". Ma come si può essere così ingenui, facendo il gioco della sinistra ? Chiamare nazisti quelli che bisogna chiamare con il loro nome che PUZZA di SANGUE E MORTE, cioè COMUNISTI ed inoltre concedere credito alle dichiarazioni sinistre così UGUALI a quelle di coloro che militando nel PCI, con la copertura dei giornalisti pennivendoli con tanto di Eskimo degli anni '70 definivano SEDICENTI le Brigate Rosse,vuol dire dimostrare una cecità politica che neanche Don Ferrante aveva.

Francamente sono stufo di liberal/libertari/radicaloidi che non sanno quello che dicono e scrivono,e li inviterei ad andare a scuola, magari nella Mia Romania dove l'antisemitismo di Ceausescu per anni ebbe una sola matrice, quella comunista, alimentando il terrorismo palestinese di Al Fatah nella persona di Arafat, ma non solo, anche attraverso gruppi condannati a parole, ma foraggiati in segreto attraverso Hani-el-Hassan che pubblicamente erano nemici di Arafat, ma in realtà erano strettissimi alleati nell'intento di annientare Israele, a cominciare da Golda Meir, che avrebbe dovuto essere assassinata.

Comunisti rumeni che contribuirono a dotare il Pakistan dell'armamento nucleare, sempre con un unico scopo: distruggere Israele.

A scuola, cari liberal/libertari/radicaleggianti: siete rimandati col minimo del voto. Ma soprattutto sveglia, basta coprire Caino e coloro che impunemente disprezzano Eroi morti per un' Italia che francamente non li merita,una Italia allo sbando, tra tossici,omosessuali, stupratori, genitori imbelli ed imbecilli che tirano su bulli delinquenti che meritano solo il riformatorio, e terroristi islamici ed i loro alleati comunisti .

mercoledì 15 novembre 2006

Dopo il caso Daw,il caso "Il Manifesto".

Dopo aver espresso il mio pensiero sul caso Daw, che tanto preoccupa ed appassiona tocquevillani libertari e blogsferisti radicaloidi, voglio dire la mia sul quotidiano "Il Manifesto", che oggi ripropone l'ennesimo appello ai lettori per essere salvato dal fallimento. Ora questo giornale è un po' un icona della sinistra italiana, buonin buonista e pacifintissimo, anche se non posso dimenticare i commenti sull' elezione di Benedetto XVI.

Ma per un vecchiaccio degli anni '70 come me, "Il Manifesto" rammenta sempre chi portava l' eskimo, che ne aveva sempre una copia in tasca. Eskimo che magari, nell'altra tasca, portava qualcosa di più voluminoso e pesante. Rammenta le simpatie con Potere Operaio, e tutto quello che significava tale movimento, con Toni Negri e Franco Piperno a fare da leader. Potere Operaio che aveva un inno molto significativo:

"La classe operaia, compagni, è all’attacco, Stato e padroni non la possono fermare, niente operai curvi più a lavorare ma tutti uniti siamo pronti a lottare. No al lavoro salariato, unità di tutti gli operai

Il comunismo è il nostro programma, con il Partito conquistiamo il potere.

Stato e padroni, fate attenzione, nasce il Partito dell’insurrezione; Potere operaio e rivoluzione, bandiere rosse e comunismo sarà.

Nessuno o tutti, o tutto o niente, e solo insieme che dobbiamo lottare, i fucili o le catene: questa è la scelta che ci resta da fare. Compagni, avanti per il Partito, contro lo Stato lotta armata sarà;

con la conquista di tutto il potere la dittatura operaia sarà.

Stato e padroni...

Potere operaio e rivoluzione...

I proletari son pronti alla lotta, pane e lavoro non vogliono più, non c’è da perdere che le catene e c’è un intero mondo da guadagnare. Via dalle linee, prendiamo il fucile, forza compagni, alla guerra civile!

Agnelli, Pirelli, Restivo, Colombo, non più parole, ma piogge di piombo!

Stato e padroni...

Potere operaio e rivoluzione...

Stato e padroni, fate attenzione...

viva il Partito e rivoluzione,

bandiere rosse e comunismo sarà!"

Ad un vecchiaccio come me rammenta che come gruppo politico, Il Manifesto assorbì quel che restava di Avanguardia Operaia, e tutto quello che significava, soprattutto a Milano, ANCHE questo movimento. E rammenta che ancora oggi ospita Rossana Rossanda e Giulietto Chiesa.

E se tutto questo può non bastarvi, il Manifesto è il giornale di Giuliana Sgrena.

E basta questo, per farmi dire, dopo il mio giudizio sul caso Daw, radical radicalato, la stessa cosa:

Il Manifesto chiude ?

E chi se ne frega !

martedì 14 novembre 2006

Gli italiani incominciano a svegliarsi ? Allora droghiamoli !

Ogni giorno che passa questo governo temporaneamente in carica non finisce di stupirci:dopo una finanziaria che colpisce tutti gli italiani,e che probabilmente frenerà i consumi sotto Natale, danneggiando ulteriormente l'economia, ecco il decreto del ministro della salute Livia Turco che raddoppia la quantità consentita di cannabis. Sentiamo sull' argomento il parere di Andrea Muccioli:

"Intanto non si deve parlare di uno spinello in tasca, ma di 30-40. Con il principio attivo raddoppiato, si passa dai 15-20 spinelli possibili della legge precedente a una misura doppia. Diciamolo. Non si andava in carcere prima per 20 spinelli, ora non si andrà in prigione per 40". E' severo il giudizio del leader della Comunità di San Patrignano, Andrea Muccioli, contro il
decreto del ministero della Salute che raddoppia la quantità massima di cannabis detenibile a uso personale.

"Mi sembra una manovra politico-ideologica che non fa che peggiorare una situazione - ha detto ancora Muccioli - che era già confusa con la legge precedente", la Fini-Giovanardi.
"Sì, anche quella legge faceva confusione tra uso personale e spaccio, rendendo di fatto impossibile la distinzione fra l'uno e l'altro. E' evidente che il ragazzino che aveva una, due o tre
canne in tasca non andava in prigione. Non c'è finito nessuno nonostante le balle di tanti politici. Succedeva semmai il contrario. Che quando uno spacciatore veniva sorpreso con la
quantità di fumo per fare 15 spinelli poteva far facilmente risultare che in realtà quella dose era per uso personale. Questo succedeva. Ed e' stato solo grazie all'esperienza e all'intelligenza di molti giudici che si è potuto portare a
processo tanti spacciatori che rischiavano di farla franca, di beffare lo spirito della legge".

Per Muccioli, inoltre, non e' la quantità che modifica il significato di una detenzione, ma il gesto: "Se uno spaccia, non importa che spacci uno spinello o 100, un grammo di eroina o
100, una pasticca di ecstasy o 100. Se cede, se vende anche una minima dose a mio figlio, a un ragazzino di 17, 15 o 12 anni, beh, io mi arrabbio, non sono contento per niente, come
genitore. E come operatore mi terrorizza che ci siano politici che dicano che queste cose vanno bene".

Il ragionamento di Muccioli è che sia un atteggiamento che ha effetti pratici negativi: "Si dà un messaggio, dal punto di
vista educativo, nefasto. Si dice che ci sono droghe che non sono droghe. Da piu' di 20 anni il messaggio che passa è questo. Poi ci si stupisce se il 70% degli adolescenti fanno uso
di droghe. Il problema e' proprio questo. Il primo lavoro che devo fare come operatore quando arriva un ragazzo in comunità, pieno di problemi, e' quello di riuscire a fargli capire, e non
e' facile, che e' un tossicodipendente e che quella droga gli ha rovinato la vita. La droga fa scappare da un'altra parte. E allora politicamente il messaggio deve essere un altro: o
lottiamo tutti insieme perchè i giovani siano contenti di dove sono, di chi sono e di che cosa fanno, oppure è tutto più difficile. Invece si risponde con misure che sono una prima
liberalizzazione delle droghe leggere per arrivare a una generale liberalizzazione. Per finire a vivere in un mondo sempre più drogato: un male non solo per i giovani ma anche per gli adulti. Per tutti, anche per i politici".

E' evidente che questi prodi ministri stiano legiferando senza conoscere nè la gravità del problema droga nè il significato di gesti che lasciano senza fiato. Liberalizzare l'uso della cannabis, perchè in pratica di questo si tratta,non fa che contribuire a rincretinire una gioventù che certo non brilla in alcuni suoi esponenti per cultura, brillantezza e lucidità, spingendola nella disperazione ed a buttarsi nei cosiddetti Centri Sociali per annullarsi nell' appiattimento della massa, rinunciando al proprio ego ed alla propria Anima.

Una società così strutturata, sempre più povera di Spirito ed in mano a manipolatori ed a cattivi maestri, non ha futuro.

Ulteriore motivo, per esserci a Roma, il 2 Dicembre, per

MANDARLI A CASA, ED IN FRETTA !

domenica 12 novembre 2006

I Martiri di Nassirya ? Lasciateli a Noi !

Lasciateli a Noi, questi Eroi: cosa capite, compagni, di Patria, di Onore, e della Nostra Bandiera, voi che per anni, ed ancora adesso, avete insultato la prima, dileggiato il secondo e bruciata nelle piazze la terza ? Non fate i farisei, quando ancora echeggia l'infame urlo dei maiali bercianti :"10,100,1000 Nassirya", quando i vostri sodali picchiano i padri di tali Eroi, come il genitore di Vanzan. Voi che versate lacrime per terroristi camuffati da resistenti o per criminali vietkong, per l' Ernesto assassino che campeggia sulle vostre puzzolenti magliette, intrise di alcool e droga o per i gappisti d'ogni tempo. Non toccate le Nostre Bare, coperte dal Bianco, Rosso, Verde, i tre colori che amiamo più di noi stessi. Tre colori per i quali caddero 19 Immortali:

· Enzo Fregosi, Sottotenente dei Carabinieri
· Alfonso Trincone, Sottotenente dei Carabinieri
· Giovanni Cavallaro, Sottotenente dei Carabinieri
· Filippo Merlino, Sottotenente dei Carabinieri
· Massimiliano Bruno, Maresciallo A.s. U.p.s. dei Carabinieri
· Alfio Ragazzi, Maresciallo A.s. U.p.s. dei Carabinieri
· Daniele Ghione, Maresciallo Capo dei Carabinieri
· Giuseppe Coletta, Brigadiere dei Carabinieri
· Ivan Ghitti, Brigadiere dei Carabinieri
· Domenico Intravaia, Vice Brigadiere dei Carabinieri
· Andrea Filippa, Appuntato dei Carabinieri
· Orazio Maiorana, Appuntato dei Carabinieri
· Massimiliano Ficuciello, Capitano dell’Esercito
· Silvio Olla, Maresciallo Capo dell’Esercito
· Emanuele Ferraro, Caporal Maggiore Capo scelto dell’Esercito
· Sandro Carrisi, 1°Caporal Maggiore dell’Esercito
· Pietro Petrucci, Caporal Maggiore dell’Esercito
· Stefano Rolla, civile
· Marco Beci, civile.

A Voi, Immortali, dedico tre pagine tratte da un libro che un tempo era patrimonio delle nostre scuole, ed oggi giace impolverito tra le bacheche grazie alle insegnanti progressiste:

CUORE, di Edmondo de Amicis.

I soldati.
Il suo figliuolo era volontario nell'esercito quando morì: per questo il Direttore va sempre sul corso a veder passare i soldati, quando usciamo dalla scuola. Ieri passava un reggimento di fanteria, e cinquanta ragazzi si misero a saltellare intorno alla banda musicale, cantando e battendo il tempo colle righe sugli zaini e sulle cartelle. Noi stavamo in un gruppo, sul marciapiede a guardare: Garrone, strizzato nei suoi vestiti troppo stretti, che addentava un gran pezzo di pane; Votini, quello ben vestito, che si leva sempre i peluzzi dai panni; Precossi, il figliuolo del fabbro, con la giacchetta di suo padre, e il calabrese, e il muratorino, e Crossi con la sua testa rossa, e Franti con la sua faccia tosta, e anche Robetti, il figliuolo del capitano d'artiglieria, quello che salvò un bambino dall'omnibus, e che ora cammina con le stampelle. Franti fece una risata in faccia a un soldato che zoppicava. Ma subito si sentì la mano d'un uomo sulla spalla: si voltò: era il Direttore. - Bada, - gli disse il Direttore; - schernire un soldato quand'è nelle file, che non può né vendicarsi né rispondere, è come insultare un uomo legato: è una viltà. - Franti scomparve. I soldati passavano a quattro a quattro, sudati e coperti di polvere, e i fucili scintillavano al sole. Il Direttore disse: - Voi dovete voler bene ai soldati, ragazzi. Sono i nostri difensori, quelli che andrebbero a farsi uccidere per noi, se domani un esercito straniero minacciasse il nostro paese. Sono ragazzi anch'essi, hanno pochi anni più di voi; e anch'essi vanno a scuola; e ci sono poveri e signori, fra loro, come fra voi, e vengono da tutte le parti d'Italia. Vedete, si posson quasi riconoscere al viso: passano dei Siciliani, dei Sardi, dei Napoletani, dei Lombardi. Questo poi è un reggimento vecchio, di quelli che hanno combattuto nel 1848. I soldati non son più quelli, ma la bandiera è sempre la stessa. Quanti erano già morti per il nostro paese intorno a quella bandiera venti anni prima che voi nasceste! - Eccola qui, - disse Garrone. E infatti si vedeva poco lontano la bandiera, che veniva innanzi, al di sopra delle teste dei soldati. - Fate una cosa, figliuoli, - disse il Direttore, - fate il vostro saluto di scolari, con la mano alla fronte, quando passano i tre colori. - La bandiera, portata da un ufficiale, ci passò davanti, tutta lacera e stinta, con le medaglie appese all'asta. Noi mettemmo la mano alla fronte, tutt'insieme. L'ufficiale ci guardò, sorridendo, e ci restituì il saluto con la mano. - Bravi, ragazzi, - disse uno dietro di noi. Ci voltammo a guardare: era un vecchio che aveva all'occhiello del vestito il nastrino azzurro della campagna di Crimea: un ufficiale pensionato. - Bravi, - disse, - avete fatto una cosa bella. - Intanto la banda del reggimento svoltava in fondo al corso, circondata da una turba di ragazzi, e cento grida allegre accompagnavan gli squilli delle trombe come un canto di guerra. - Bravi, - ripeté il vecchio ufficiale, guardandoci; - chi rispetta la bandiera da piccolo la saprà difender da grande.

L'amor di Patria.

Poiché il racconto del Tamburino t'ha scosso il cuore ti doveva esser facile, questa mattina, far bene il componimento d'esame: - Perché amate l'Italia. Perché amo l'Italia? Non ti si son presentate subito cento risposte? Io amo l'Italia perché mia madre è italiana, perché il sangue che mi scorre nelle vene è italiano perché è italiana la terra dove son sepolti i morti che mia madre piange e che mio padre venera, perché la città dove son nato, la lingua che parlo, i libri che m'educano, perché mio fratello, mia sorella, i miei compagni, e il grande popolo in mezzo a cui vivo, e la bella natura che mi circonda, e tutto ciò che vedo, che amo, che studio, che ammiro, è italiano. Oh tu non puoi ancora sentirlo intero quest'affetto. Lo sentirai quando sarai un uomo, quando ritornando da un viaggio lungo, dopo una lunga assenza, e affacciandoti una mattina al parapetto del bastimento, vedrai all'orizzonte le grandi montagne azzurre del tuo paese; lo sentirai allora nell'onda impetuosa di tenerezza che t'empirà gli occhi di lagrime e ti strapperà un grido dal cuore. Lo sentirai in qualche grande città lontana, nell'impulso dell'anima che ti spingerà fra la folla sconosciuta verso un operaio sconosciuto dal quale avrai inteso passandogli accanto, una parola della tua lingua. Lo sentirai nello sdegno doloroso e superbo che ti getterà il sangue alla fronte, quando udrai ingiuriare il tuo paese dalla bocca d'uno straniero. Lo sentirai più violento e più altero il giorno in cui la minaccia d'un popolo nemico solleverà una tempesta di fuoco sulla tua patria, e vedrai fremere armi d'ogni parte, i giovani accorrere a legioni, i padri baciare i figli, dicendo: - Coraggio! - e le madri dire addio ai giovinetti, gridando: - Vincete! - Lo sentirai come una gioia divina se avrai la fortuna di veder rientrare nella tua città i reggimenti diradati, stanchi, cenciosi, terribili, con lo splendore della vittoria negli occhi e le bandiere lacerate dalle palle, seguiti da un convoglio sterminato di valorosi che leveranno in alto le teste bendate e i moncherini, in mezzo a una folla pazza che li coprirà di fiori, di benedizioni e di baci. Tu comprenderai allora l'amor di patria, sentirai la patria allora, Enrico. Ella è una così grande e sacra cosa, che se un giorno io vedessi te tornar salvo da una battaglia combattuta per essa, salvo te, che sei la carne e l'anima mia, e sapessi che hai conservato la vita perché ti sei nascosto alla morte, io tuo padre, che t'accolgo con un grido di gioia quando torni dalla scuola, io t'accoglierei con un singhiozzo d'angoscia, e non potrei amarti mai più, e morirei con quel pugnale nel cuore.

Italia.
Salutala così la patria, nei giorni delle sue feste: - Italia, patria mia, nobile e cara terra, dove mio padre e mia madre nacquero e saranno sepolti, dove io spero di vivere e di morire, dove i miei figli cresceranno e morranno; bella Italia, grande e gloriosa da molti secoli; unita e libera da pochi anni; che spargesti tanta luce d'intelletti divini sul mondo, e per cui tanti valorosi moriron sui campi e tanti eroi sui patiboli; madre augusta di trecento città e di trenta milioni di figli, io, fanciullo, che ancora non ti comprendo e non ti conosco intera, io ti venero e t'amo con tutta l'anima mia, e sono altero d'esser nato da te, e di chiamarmi figliuol tuo. Amo i tuoi mari splendidi e le tue Alpi sublimi, amo i tuoi monumenti solenni e le tue memorie immortali; amo la tua gloria e la tua bellezza; t'amo e ti venero tutta come quella parte diletta di te, dove per la prima volta vidi il sole e intesi il tuo nome. V'amo tutte di un solo affetto e con pari gratitudine, Torino valorosa, Genova superba, dotta Bologna, Venezia incantevole, Milano possente; v'amo con egual reverenza di figlio, Firenze gentile e Palermo terribile. Napoli immensa e bella, Roma meravigliosa ed eterna. T'amo, patria sacra! E ti giuro che amerò tutti i figli tuoi come fratelli; che onorerò sempre in cuor mio i tuoi grandi vivi e i tuoi grandi morti; che sarò un cittadino operoso ed onesto, inteso costantemente a nobilitarmi, per rendermi degno di te, per giovare con le mie minime forze a far sì che spariscano un giorno dalla tua faccia la miseria, l'ignoranza, l'ingiustizia, il delitto, e che tu possa vivere ed espanderti tranquilla nella maestà del tuo diritto e della tua forza. Giuro che ti servirò, come mi sarà concesso, con l'ingegno, col braccio, col cuore, umilmente e arditamente; e che se verrà giorno in cui dovrò dare per te il mio sangue e la mia vita, darò il mio sangue e morrò, gridando al cielo il tuo santo nome e mandando l'ultimo mio bacio alla tua bandiera benedetta.

sabato 11 novembre 2006

Radio Radicale vuole querelare DAW...

Leggo su Tocqueville lunghe liste di sinceri liberali e libertari strapparsi le vesti e piangere calde lacrime per la minaccia da parte di Radio Radicale di querelare Daw per la sua satira.

Anch'io, soprattutto in un Italia con una maggioranza temporaneamente in carica che non onora i Martiri di Nassirya e copre di balzelli un' Italia sempre più stanca, voglio esprimere il mio parere su caso DAW:

CHI SE NE FREGA !

venerdì 10 novembre 2006

Da Israele una lezione per l' Italia:annullata la festa della vergogna.

Prendo a prestito il banner del mio amico Monsoreau per esprimere la profonda soddisfazione per l' annullamento dell'ennesima provocazione della lobby omosessuale mondiale,cioè la marcetta che avrebbe dovuta svolgersi nella Citta Santa per le Tre Religioni Monoteiste, Gerusalemme.

Marcetta che tra frizzi,lazzi e travestimenti da avanspettacolo avrebbe potuto svolgersi a Tel Aviv, peraltro capitale d' Israele; ed invece era stata organizzata proprio a Gerusalemme in contrapposizione e sfida al sentimento religioso della Nazione Ebraica:la polizia di Gerusalemme aveva tentato di impedire agli organizzatori di dar vita alla Parata nella Città Santa, ma l’Alta corte ha stabilito che essa avrebbe potuto svolgersi.
A Luglio, contro la celebrazione del gay pride a Gerusalemme c’era stata una richiesta di aiuto avanzata dal rabbino capo sefardita di Israele, Shlomo Amar, a Benedetto XVI. Nella lettera, il rabbino parlava di una manifestazione che “viola ed umilia” la Città Santa. Contro la Parata si era espresso anche il rabbino capo aschenazita, Yona Metzger, che ha chiesto di “cancellare la Parata nella Città Santa di Gerusalemme”.
Un sondaggio reso noto durante una discussione nella Commissione interni della Knesset (il Parlamento), ha rilevato che sono contrari alla Parata il 63% degli ebrei “laici”, l’81% degli ebrei “conservatori”, il 99% dei nazionalisti religiosi, il 100% degli ortodossi e il 92% degli arabi musulmani e cristiani.
Numerosi gruppi religiosi avevano manifestato di proporre contromanifestazioni con decine di migliaia di partecipanti pronti ad impedire che l'oltraggio ai luoghi Sacri venisse portato a termine. Anche il nunzio apostolico a Gerusalemme in questi giorni si è espresso contro tale manifestazione: «La Santa Sede esprime la sua viva disapprovazione per tale iniziativa perché‚ essa costituisce un grave affronto ai sentimenti di milioni di credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali riconoscono il particolare carattere sacro della città e chiedono che la loro convinzione sia rispettata». «Alla luce di tali elementi e considerando che in precedenti occasioni sono stati sistematicamente offesi i valori religiosi - si legge nella nota - la Santa Sede nutre la speranza che la questione possa venire sottoposta a doverosa riconsiderazione.

Tutte queste prese di posizione hanno fatto si che alla fine gli omosessuali abbiano optato per riunirsi in un luogo chiuso, lo stadio dell' Università.

Ancora una volta Israele ha mostrato come ci si debba muovere: nessuno vuole impedire agli omosessuali di riunirsi nelle loro orgiastiche provocazioni, ma di farlo senza offendere, con i loro travestimenti fatti di suore barbute, satanassi ed angeli incipriati, senza volere imporre che la loro diversità si fatta passare per la vera sessualità, in totale spregio dell'eterosessualità naturale.

Ancora una volta a Gerusalemme è stata risparmiata la visione di deprimenti parate che hanno toccato la Citta Santa di Roma.


mercoledì 8 novembre 2006

Domani 9 Novembre: l' Italia ha già dimenticato, la Romania, NO !

Ricordate il "Giorno della Libertà" voluto con la Legge 61 del 15 Aprile 2005 per dare giusto risalto alla caduta del comunismo che in tutto il mondo ha significato solo sangue,dolore e morte, in coincidenza della caduta dell' infame Muro di Berlino ?

Ebbene, tranne qualche manifestazione di Azione Giovani , di Forza Nuova ed Alternativa Sociale, che si terrà domani,anche i politici di Centrodestra sembrano aver dimenticato questa giornata. Non dico di aspettarmi qualcosa dai compagni Bertinotti e Napolitano, men che meno da Prodi, ma qualcosa di più si doveva e si poteva fare.

Anche perchè ,per esempio,nella Mia Seconda Patria, la Romania, domani ci sarà una manifestazione in faccia al Ministero degli Esteri per ricordare a tutta Bucarest, se ce ne fosse bisogno,quanto dolore e miseria abbia causato non solo Ceausescu , ma anche il predecessore Gheorghe Georghe-Dej ed il successore Ion Iliescu, il neo-comunista dal volto umano con i suoi Minatori (Mineiri) che sgomberarono la città a picconate da chi non voleva nè comunismo nè capitalismo senza identità.

Perchè non esiste COMUNISMO DAL VOLTO UMANO !

SVEGLIATI, ITALIA: I COMUNISTI SONO IN CASA E VOGLIONO FARCI DIVENTARE TUTTI PIU' POVERI !

martedì 7 novembre 2006

La violenza rossa dilaga:dopo Vanzan e Ascierto, bomba contro Forza Nuova.

I padri imbiancano, magari facendo i portaborse nei ministeri, come abbiamo visto; ma i figli crescono e raccolgono l'odio rosso teso a colpire per zittire: dopo la VILE aggressione al deputato di AN Filippo Ascierto ed a Enzo Vanzan,padre di Matteo, uno dei Martiri di Nassirya, assaliti da un commando di prodi autonomi con un vile attacco portato alle spalle in sintonia dei loro nonni gappisti, l'escalation rossa non tende a diminuire,anzi:una bomba è esplosa stanotte davanti alla sede romana del movimento della destra radicale Forza Nuova, senza causare alcun ferito ma arrecando gravi danni allo stabile e alle macchine parcheggiate intorno . Lo riferisce la polizia di Roma.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, verso le 2.30 di questa notte, davanti alla serranda chiusa della sede di Forza Nuova di via Nicola Nisco, nel quartiere Appio, viene posato uno zaino riempito con polvere nera e dotato di un innesco elettrico a distanza. La polizia ha ritrovato un filo lungo circa 40 metri che sarebbe servito per dare la scintilla che ha fatto esplodere la bomba. Oltre a far saltare tutti i vetri del palazzo di cinque piani, lo scoppio ha divelto la porta di ingresso e ha danneggiato l'interno dei locali di Forza Nuova, distruggendo anche tre macchine che erano parcheggiate davanti allo stabile.

E così, mentre si profila un pericoloso ritorno del clima buio degli anni di piombo, assistiamo impietriti alle dichiarazioni del ministro rifondarolo Paolo Ferrero che candidamente ci rassicura: «Io penso che quelli siano stati gli anni più importanti del secondo Dopoguerra. Quelli che hanno cambiato di più e meglio la nostra società. Per me quando si parla degli anni Settanta si evoca un periodo fondamentale, dove sono successe tante cose: in primo luogo un enorme movimento di massa degli studenti e degli operai. Se viceversa si vuole ridurre lo stesso periodo al terrorismo o a qualche forma di violenza assolutamente deprecabile,penso che non debba essere così. Qualunque forma di violenza richiede da parte del governo la capacità di ascoltare e dialogare, come non è stato fatto a sufficienza nei secondi anni Settanta».

Mi piacerebbe sapere il pensiero al proposito dei parenti delle vittime del terrorismo di quei tempi.

Questo è un governo che non cessa di stupire ogni giorno, e per questo, ribadisco:

MANDIAMOLI A CASA !



venerdì 3 novembre 2006

Le BR ? Ai vertici dello Stato !

Vi ricordate lo slogan delle Brigate Rosse, "Puntare al cuore dello Stato" ? Ebbene oggi un ex-brigatista rosso, Roberto Del Bello, condannato a quattro anni e sette mesi in via definitiva ,con sentenza della Cassazione dell'11 Luglio 1987 per l'appartenenza al partito combattente,dopo una lenta scalata politica in Rifondazione Comunista fino ad essere eletto consigliere della Provincia di Venezia nonchè capogruppo provinciale di RC,invece che al cuore, è arrivato ai vertici, perchè svolge il ruolo di segretario particolare del sottosegretario agli Interni Francesco Bonato, suo compagno di partito.

Cosi, dopo il caso di Sergio D'Elia,questo governo provvisoriamente in carica si arricchisce di un altro cattivo maestro.

Una ragione in più per MANDARLI A CASA, e subito !