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lunedì 30 novembre 2009

Sarebbe meglio che Mons.Veglio' pensasse ai Cattolici Svizzeri.

Leggo con crescente fastidio la presa di posizione del solito Mons. Antonio Maria Veglio' del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti che si lamenta per una democratica e pacifica decisione dei Cittadini Svizzeri, a tutela dei propri Campanili. Sarebbe ora che certi prelati andassero in giro per le Chiese delle periferie delle città Europee, oltre a quelle Svizzere a tastare il polso della gente Cattolica, piuttosto che tentare un dialogo con chi, grazie alla pratica della Tukjia, la dissimulazione, si infiltra sempre più nel tessuto connettivo dell' Europa. Qui non si tratta di un no ad una Moschea, ma ad un Minareto, cosa assai differente: da lì il muezzin lancia le proprie litanie, ed una simile ostentazione non è il caso di concedere a chi, oggi come oggi , non merita certi favori, mettendo sotto assedio l' Occidente da troppo tempo, senza nulla concedere in cambio. Sarebbe ora che certi prelati ricordassero che i Nostri Campanili furono costruiti non solo per scandire il tempo delle Nostre Preghiere, ma anche, e forse principalmente, come Torre di avvistamento contro i Pirati Saraceni che, a dispetto dei buonisti ed islamofili che si lamentano con saccenza ed ignoranza delle Crociate (SACROSANTE !!!), seminarono per secoli sangue, morte e distruzione in Europa, uccidendo, schiavizzando e violentando qualsiasi essere a due o quattro zampe incontrassero. E spesso trasformandole in Moschee, profanandole, Chiese bellissime come quella di Santa Sofia a Costantinopoli.

giovedì 26 novembre 2009

Processo rinviato ai liceali. E la polizia blinda la Statale

Dal "Giornale" odierno, aggiornamento:

"Nuove scritte contro i ragazzi di Cl alla Statale. E un altro giorno di inquietudine alla Cusl, la libreria universitaria da giorni sottoposta a un assedio fisico e psicologico da parte di autonomi e centri sociali. Dopo dieci giorni di minacce e pressioni, ieri fortunatamente la tensione fisicamente si è allentata, e la libreria ha potuto restare aperta per buona parte del pomeriggio, ma le minacce non sono finite: nuove scritte sono apparse...

http://www.ilgiornale.it/milano/processo_rinviato_liceali_e_polizia_blinda_statale/26-11-2009/articolo-id=401984-page=0-comments=1

mercoledì 25 novembre 2009

I Ferrandi, Padre e Figlio.

Questa è una foto famosissima:sono i momenti in cui gli Autonomi sparano a Milano, in Via De Amicis, il 14 Maggio 1977, incuranti dei passanti, contro le forze dell' ordine. Uccidendo Antonio Custra, 25enne Vicebrigadiere del III° Celere, colpito alla testa con una pistola Beretta 7,65, sposato ed in attesa di una bambina. Condannato per concorso in omicidio fu Mario Ferrandi, poi passato in Prima Linea. Pochi anni in galera, come spesso accadde in questa italasia. Ultimamente è ritornato alle cronache perchè invitato, non so se remunerato o meno, a diversi convegni, inchieste e dibattiti sugli anni di piombo, arrivando ad incontrare la figlia del povero poliziotto, Antonia. Nel 1985 ha un figlio, Valerio.
Ebbene, ora Valerio è uno degli anarcocomunisti più attivi della Mia Milano, guadagnandosi parecchi arresti e denunce. Come nel Gennaio di quest' anno, dove viene trovato in possesso di quattro borse piene di spranghe, chiavi inglesi, sassi, mazze e martelli, dopo una manifestazione contro la chiusura del Centro Sociale "Cox". E come recentemente, quando il 3 ottobre guida i suoi compagni all' incursione contro la Libreria CUSL, vicina a CL, facendosi stampare 800 volantini dei loro. Al momento di pagare, 5 studenti-lavoratori di CL vengono malmenati. Per questo, il 13 Novembre viene arrestato con altri estremisti:4 ai domiciliari, lui, già sorvegliato speciale, finisce a San Vittore. A seguito di questi arresti, in questi giorni la città è squassata da manifestazioni ed aggressioni, l' ultima di nuovo contro la Libreria CUSL, e 4 ragazzi ed una ragazza ciellini vengono sbattuti con nome e cognome su striscioni e manifesti dentro l' Università Statale, rei di essere gli autori della denuncia che ha portato agli arresti del Ferrandi e compagni. I quali sono già stati scarcerati. Nel frattempo la Libreria, in preda al panico, tarda a riaprire.

Il Consiglio Comunale ha condannato l' episodio con un documento sottoscritto da tutti i Consilieri, tranne la sinistra radicale, con l' uscita dall' Aula di Basilio Rizzo, della Lista Dario Fo.

Ultimo aggiornamento della vicenda:

http://www.ilgiornale.it/milano/statale_autonomi_e_rettore_finisce_insulti/25-11-2009/articolo-id=401666-page=0-comments=1

lunedì 23 novembre 2009

Vorreste avere Gianfranco Fini insegnante dei vostri figli ?

Confesso che non so proprio quando finirà l' insopportabile telenovela interpretata da chi dovrebbe tenere un comportamento irreprensibile. E dove finirà, sperando che approdi a nuovi lidi.

Ormai ha toccato il fondo, ma non è finita. E dunque, dopo l' ultima esternazione, mi viene da porre questa domanda: "Vorreste Gianfranco Fini insegnante dei vostri figli ?". Già, perchè proprio l' antifascista dell' ultima ora era quello che alcuni anni fa, al Maurizio Costanzo Show dichiarò: "Un maestro dichiaratamente omosessuale puo' fare il maestro? Io le dico di no. Capito? Perche' ritengo che non sia educativo nei confronti dei bambini...".

Già, mi chiedo, vorreste dunque come insegnante un presidente della Camera che davanti ad un pubblico di bambini stranieri, invece di usare temini come: ignorante, imbecille, grullo, stupido ed altro per definire un razzista, si metta ad usare una parolaccia che, seppure di uso comune in questa povera italasia, rimane volgare e chiaramente diseducativa per tutti, soprattutto per dei bambini che dovrebbero invece essere guidati alla Cultura ed alla Buona Educazione ?

Ma soprattutto Fini avrebbe dovuto rileggersi le proprie dichiarazioni di allora, prima di dare dello st**** a chi usi il termine "diversi". Infatti in quei tempi, era il 1996, aggiunse anche questo: "Non potete pretendere che alla fine dei conti i diversi debbano essere quelli che sono normali.". Decisamente autolesionista, dunque, dichiarare adesso: "Uso questa parola (st****) perché se qualcuno dice che siete diversi la parolaccia se la merita".

http://archiviostorico.corriere.it/1998/aprile/09/Fini_gay_non_puo_fare_co_0_9804094008.shtml

domenica 15 novembre 2009

La Rivolta Anticomunista di Brasov del 15 Novembre 1987.

Nei 2 articoli precedenti abbiamo esaminato la situazione rumena del Novembre 1987. Come ho esposto, la Securitate controlla la vita di ogni singolo cittadino. Ma nonostante questo, nella notte tra il 14 ed il 15 Novembre 1987 viene dichiarato uno sciopero spontaneo in alcune società statali, come la Uzina Tractorul Braşov e
la Intreprinderea Autocamioane Brasov, nella città omonima, dagli operai, logorati dai turni di lavoro disumani, dalla miseria delle condizioni di lavoro e dall' aver appreso che il salario avrebbe subito una decurtazione del 30 %. La rivolta dilaga in tutta la città, diverse sedi del Partito Comunista sono prese d' assalto, ed i simboli del potere comunista, dai ritratti di Gheorge Gheorghiu-Dej a quelli di Nicolae ed Elena Ceausescu vengono buttati in strada e dati alle fiamme. La rivolta durerà due giorni e mezzo, durante la quale la popolazione supporterà i rivoltosi con pane, acqua ed il poco cibo reperibile in quel tempo. Per la prima volta risuona il grido che diventerà famoso due anni dopo, "Jos comunismul si Jos Ceausescu !", "Abbasso il comunismo e Ceausescu !". Risuona la canzone proibita, oggi Inno Nazionale Rumeno, "Desteapta-te romane", "Risvegliati, Romania !". Esaurita la rabbia contro le icone comuniste, la rivolta assume toni non violenti, e molti bambini vengono messi davanti alle manifestazioni che si moltiplicano in tutta la città.
Poi, implacabili, interverranno i reparti speciali dell' Esercito, almeno tre persone saranno uccise, trecento gli arrestati, moltissimi i deportati ed i torturati. Ulteriori misure di repressione, come la diminuzione del salario ed il licenziamento furono poi applicate in seguito.

venerdì 13 novembre 2009

Romania, Novembre 2007, Parte Seconda.

Eccoci dunque a questo Novembre 2007, una data dimenticata in Occidente, ma che anche in Romania non molti conoscono.
La situazione è gravissima in tutto il paese, nè si vedono prospettive nè di
Glasnost nè di Perestroika del vicino Orso Sovietico, uscito sconfitto e malconcio dalla lunga e logorante Guerra Fredda, ovvero la Terza Guerra Mondiale. Ceausescu e la Securitate, come ho detto, controllano ogni persona, ogni movimento, ogni edificio. La Radio e la Televisione non trasmettono più le canzoni, i film ed i telefilm occidentali, per non spendere soldi. L' unica musica è quella patriottica, spesso dedicata alla famiglia del Conducator, celebrato quasi come un antico Faraone da alcuni poeti del regime, tra cui Adrian Păunescu e Corneliu Vadim Tudor, quest' ultimo poi fondatore e leader del Partito della Grande Romania, di cui in altri post ho già spiegato la vera linea politica, nazionalcomunista (peraltro continuatrice di quella di Ceasescu...), con alcune deliranti composizioni. Lunghe file di pensionati, gli unici che hanno tempo libero, si formano davanti a negozi semivuoti, in attesa spesso di non si sa cosa, qualsiasi prodotto andava bene, dalle famigerate verdurine sottovetro (fetide !!!), alla carta igienica, allo zucchero, al sale, alla farina.
Pochi, pochissimi privilegiati vivono nel lusso più sfrenato.
Ben pochi osano alzare la voce contro il regime, come Doina Cornea, Ana Blandiana e Mircea Dinescu. Altri vengono fatti sparire tra la paura e l' indifferenza generale. L' intera borghesia rumena, quella che fece conoscere Bucarest come la "Parigi dell' Est", è annientata, proletarizzata. I quartieri floreali residenziali un tempo custodi di splendidi giardini vengono abbattuti per far posto ad autentici casermoni fatiscenti. La Securitate, come rivelerà nei suoi scritti il
Generale Mihai Pacepa dopo la sua defezione negli Stati Uniti, è implacabile ed arriva a colpire anche all' estero.
Anche se, sotto le pressioni internazionali, il regime aveva dovuto chiudere il Lager di Sighet nel 1977, bastava un piccolo sospetto per finire sotto tortura e carcere durissimo. La popolazione era allo stremo.

(nella piantina, i Lagar comunisti in Romania)

mercoledì 11 novembre 2009

Romania, Novembre 1987, Parte Prima.

Novembre 1987, il Muro di Berlino è ancora saldo, ma le prime crepe incominciano a manifestarsi nell' Europa dell' Est, grazie anche all' azione di Papa Giovanni Paolo II°, Lech Walesa e Ronald Reagan.
La Romania invece sta vivendo uno dei momenti più bui della propria storia, dopo che il bieco dittatore Nicolae Ceausescu, che controlla capillarmente tutto il paese attraverso la Securitate ha deciso di pareggiare la bilancia dei pagamenti esteri facendo gravare il tutto sul Popolo Rumeno, attraverso una serie di limitazioni e privazioni che toccano il settore energetico e l' alimentazione. Elettricità e combustibili vengono razionati a tutti, ospedali compresi, salvo rarissime eccezioni riguardanti gli alti esponenti del
PCR, Il Partito Comunista Rumeno. Il popolo è quasi alla fame, e mentre Nicu Ceausescu usa gli aerei militari per farsi portare la birra preferita dagli USA, la Budweiser
, nel paese non si trova quasi nulla, ci si fa la doccia con l' acqua fredda e si va a dormire vestiti.
La situazione è completamente differente da quella che trovai nel mio primo viaggio, a 17 anni, nell' Agosto del 1972, quando, per svariati motivi, il paese era il più ricco dell' Europa comunista.
Primo motivo tra tutti era il carattere di questo popolo neo-latino: gran lavoratore, dedito alla famiglia, ospitale e solidale. In secondo luogo, gli speciali rapporti con gli Stati Uniti di Nixon, che in funzione antisovietica incominciò ad offrire milioni e milioni di dollari in prestito al regime. Dollari che però finirono spesso nei conti di Nicolae e sua moglie Elena, di pochi fedelissimi della Corte o usati per la causa palestinese dell' amico
Arafat o per esportare il regime in altre nazioni, come la Repubblica democratica del Congo di Mobutu
.
Dunque, la situazione nel 1972 era ottima: diverse località di vacanza estiva erano piene di turisti, non solo stranieri, ma anche rumeni: alberghi di qualità superiore rispetto allo standard comunista erano sorti in diverse località come Mamaia, Eforie Nord e Sud, Venus, Jupiter, Saturn, Olimp, Neptun, Mangalia e Costinesti. Tra gli stranieri, i più numerosi erano i tedeschi per la forza del Marco, e gli italiani per la bellezza delle donne locali, a volte costrette ad una forma di prostituzione in cambio non solo di soldi (fiorentissimo allora era il mercato nero, ed il Leu, la moneta locale, poteva essere cambiato fino a 10 volte il proprio valore), calze da donna, profumi ma anche e soprattutto vaghe promesse di matrimonio, l' unico modo per scappare in Occidente. Promesse spesso poi non mantenute, cosa che, insieme alla cattiva fama del nostro comportamento, contribuirono a costruire una pessima nomea sugli Italiani.
Però io mi trovai subito bene, feci subito molte amicizie, ed incominciai a conoscere e studiare non solo la Cultura Rumena, che avevo incominciato ad apprezzare già in Italia con le letture di
Codreanu, Horia Sima e Eliade, ma anche a spiare e valutare il comunismo da vicino, cosa che era lo scopo del mio viaggio. Per testimoniare come fosse lontanissima dalla realtà la visione idilliaca prospettata in Italia del comunismo dal volto umano, che non è mai esistito e mai esisterà. Come vedremo infatti in questi miei post che dedicherò all' anniversario della Rivoluzione Rumena, il comunismo è solo sinonimo di sangue, morte, miseria, distruzione, povertà e tirannia.

lunedì 9 novembre 2009

Quei comunisti italiani che celebrano la caduta del comunismo.

Siamo un paese strano, il nostro, dove nessuno è mai stato nè comunista, nè Fascista. Dove mille si riciclano, a seconda delle situazioni, dai Rutelli, ai Mastella, ai Capezzone.

Oggi, com' è noto , tutti a festeggiare il ventennale della caduta del Muro di Berlino. Ma quello che mi fa sorridere che ad averlo fatto, al GR2 siano andati 3 comunistoni che senza ritegno plaudono alla ritrovata libertà.

Il primo è il filososofo/politico Massimo Cacciari. Il quale dopo aver aderito giovanissimo a Potere Operaio entrò nel Partito Comunista Italiano, ricoprendo cariche apparentemente lontane dai suoi interessi filosofici: fu responsabile della Commissione Industria del PCI Veneto negli anni settanta, venne poi eletto alla Camera dei deputati dal 1976 al 1983, fu membro della Commissione Industria della Camera. MAI STATO COMUNISTA, LUI !

Il secondo è il musicista Nicola Piovani. Il quale dopo aver aderito ad un collettivo rosso nel '68, incominciò proprio con una colonna sonora per alcuni filmati sul Movimento Studentesco. Poi collaborerà con Marco Bellocchio, Nanni Moretti e Roberto Benigni, tre registi notoriamente comunisti. NEANCHE LUI, MAI STATO COMUNISTA !

La terza è la regista Cristina Comencini, figlia di Luigi, uno dei firmatari dell' appello contro il Commissario Calabresi. La quale in un' intervista di un paio di anni fa al Giornale almeno ammise di essere stata comunista. Aggiungendo però, immediatamente, di essere una comunista pentita.

ALMENO QUALCUNO CHE AMMETTE DI ESSERLO STATO, COMUNISTA !

Un altro che oggi celebra il ventennale è Giorgio Napolitano, il cui passato è noto a tutti. Chiedere notizie agli Ungheresi. COMUNISTA LUI ? MA NO, MA NO ! Lui era, è e sarà sempre il presidente di tutti gli italiani. Ha studiato da giovane, per esserlo, e ci è riuscito. O no ?

Un altro simpaticone che oggi ho sentito festeggiare è Luca Sofri, figlio di Adriano, condannato per l' omicidio del Commissario Calabresi. MA LUCA NEANCHE SOTTO TORTURA AMMETTERA' DI ESSERE MAI STATO COMUNISTA, LUI !

Anzi, lui da bambino certi giornali che circolavano in casa non li ha mai aperti ! Mai e poi mai !

Insomma, alla fine scopriremo che l' unico comunista in Italia fu Giuseppe Bottazzi, detto Peppone. Lui si, boia d'un mond leder, era è sarà sempre fedele al partito, contro le menzogne dei clerico fascisti ! E la DDR rappresentava il fior fiore all' occhiello del meraviglioso mondo comunista che guardava con amore il grande e fraterno popolo dell' Unione Sovietica !



giovedì 5 novembre 2009

Cent' anni fa:Angelo Moratti.

Il 5 novembre 1909 nasceva Angelo Moratti, l'indimenticabile presidente della Mia Beneamata, la squadra di cui mi innamorai da bambino, la Grande Inter che dominava il mondo con una formazione passata alla storia:Sarti, Burgnich, Facchetti..., che si recitava a memoria come una poesia del Carducci o del Pascoli. Classico esponente dell' imprenditoria meneghina di una volta, si fece da solo, incominciando a lavorare a 16 anni, per contrasti con la matrigna. Entrando nel campo petrolifero, prima come rappresentante, poi come titolare di una piccola azienda, fino alla creazione della SARAS. Nell' anno della mia nascita rilevò l' Inter, arrivando con l' ingaggio del Mago, Helenio Herrera, a dominare l' Europa ed il Mondo. Era un' Italia migliore, senza tanti fronzoli e senza menate: tv in bianconero, Carosello "etuttiananna". Un' Italia dove a San Siro potevi urlare "vai negro !!!!!!!!!" senza beccarti del razzista (e magari pure il DASPO !) alle sgroppate di quel fenomeno di Jair, che partiva sulla fascia destra, lanciato da Suarez, e non lo fermavi più, neanche a schioppettate ! Eppum, GOAL, come urlava Nicolò Carosio al microfono o raccontava Giuanin Gianni Brera sui giornali. E tutto lo stadio col fiato sospeso. Un' Italia ancora non inquinata da quella peste bubbonica che fu il sessantotto, i cui guasti sono ancora visibili oggi.

Un Italia dove si festeggiava San Francesco, il IV Novembre e l' 11 Febbraio e dove tuttti pensavano fosse normale avere il Crocefisso in Tribunale e nelle Scuole.

Un' Italia, non l' italasia.

martedì 3 novembre 2009

E se il mondo finisse il 21 Dicembre 2012 ? Forse sarebbe meglio !

Confesso, mi ha sempre fatto sorridere la storiella della prossima fine del mondo prevista dal Calendario Maya. Anche se in gioventù sono stato un divoratore dei libri di Peter Kolosimo, crescendo ho maturato l' idea che, volendo, si possono scrivere tomi interi sulle coincidenze strane che gravitano intorno all' Umanità ed al Nostro Pianeta. Ma sono solo coincidenze allarmistiche, alimentate ad arte da giornalisti o a caccia di pseudo-scoop o interessati a scrivere per vendere libri.
Però, con quello che sta accadendo negli ultimi tempi, viene voglia di dire:ben venga la fine del mondo, e piantiamola lì ! E ci mancava pure l' ultima sentenza della corte europea di strasburgo (tutto minuscolo, naturalmente !).
Matrimoni strampalati, rimpianti per brigatiste assassine, politici sballozzolanti tra travestiti e cocaina, aborto e uomini frankenstein dilaganti, rapine, stupri ed omicidi all' ordine del giorno, terrorismo islamico e laicismo sfrenato a braccetto.
Insomma, ce n' è abbastanza da mettere a dura prova anche il Padre più buono che ci possa essere com' è Nostro Signore. Ed adesso, eccoci qui, pronti a cacciare dalle nostre scuole il Nostro Crocefisso ! Grazie a due simpatici coniugi laicisti italo-finnici residenti ad Abano Terme; i quali, dopo aver perso tutte le cause in Italia, nonostante oggi i loro figli siano all' Università, hanno voluto portare alla corte europea di strasburgo la loro voglia di espellere quel simbolo cosi terrorizzante (per loro) dalle aule dell’
Istituto "Vittorino da Feltre" della loro città. Questo nonostante un sondaggio Eurispes dl 2006 che indicò nell' 80,3 % degli italiani favorevoli al Crocefisso in Aula.
Sette i giudici della corte. Tra i quali un italiano di origine russa, Vladimiro Zagrebelsky, già famoso per una circolare del 1990 tesa, attraverso cavilli, ad aggirare eventuali condanne per clandestinità. Toga rossa, più rossa che non si può. Ed un turco, Isil Karakas, una donna fortemente laicista. Più altri 5 stranieri che hanno deciso per noi ! Ma, sappiamo benissimo che quest' europa degli affaristi e delle banche non aveva voluto inserire nella Carta Costituzionale i Valori Cristiani che pure in passato la salvarono dall' invasione turco/islamica.
Dunque, dobbiamo forse piangere se il mondo sprofonda verso un baratro ? Dobbiamo forse augurarci che, come forse in passato e/o forse altrove, l' umanità, ormai preda del proprio orgoglio, il peccato più grave e principe, il nostro percorso giunga al termine ?
Dai, piantiamola lì ! Abbiamo passato il limite !